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La crisi dell’acciaio è globale: chiusura e bonifiche, l’unica via possibile per Taranto

Un’altra conferma della profonda crisi che investe il settore dell’acciaio a livello mondiale: Thyssenkrupp, colosso tedesco del settore, ha annunciato 11mila esuberi, pari a quasi la metà del personale, nei prossimi sei anni.

Una notizia che non può essere ignorata, soprattutto per chi vive a Taranto e continua a subire le conseguenze devastanti di un modello industriale insostenibile.

Mentre in Germania si fanno i conti con un mercato dell’acciaio sempre meno competitivo, a Taranto si continua a difendere l’indifendibile: una fabbrica di veleni che, oltre a devastare la salute e l’ambiente, non ha futuro nemmeno dal punto di vista economico.

Il messaggio è chiaro: il mercato globale non ha più spazio per la sovrapproduzione di acciaio. E mentre altre nazioni guardano avanti, puntando su riconversione industriale e sostenibilità, noi restiamo ancorati a un passato che ci sta uccidendo.

È ora di prendere atto della realtà. Taranto non può più aspettare: chiusura degli impianti inquinanti e bonifiche ambientali sono l’unica strada percorribile. Una strada che porterebbe non solo salute e dignità, ma anche opportunità di lavoro più sane e durature per il nostro territorio.

Ci vuole solo lungimiranza politica e un minimo di coraggio. Si è fatto, con successo, in tanti altri posti del mondo, come nel bacino della Ruhr, in Germania. Anche Taranto merita un futuro differente.