Affidata la gara per gli impianti di preridotto, ma per Taranto non c’è alcuna decarbonizzazione
Ieri è stato annunciato che la società DRI Italia, incaricata per conto di Invitalia (lo Stato) di costruire a Taranto due impianti per il preridotto di ferro, ha affidato i lavori alla Paul Whurt e alla Midrex. Il preridotto è una sorta di pellet di ferro utilizzabile nei futuri forni elettrici (ne sono previsti due).
Tanto il Governo che il presidente della Regione Emiliano si sono affrettati a celebrarne il successo, indicato come primo, grande passo sulla strada della carbonizzazione dell’ex-Ilva di Taranto.
FALSO!
Si tratterebbe di decarbonizzazione se i forni elettrici alimentati a DRI fossero costruiti in SOSTITUZIONE di una o più linee degli impianti dell’area a caldo (la più inquinante dello stabilimento), mentre essi sono in AGGIUNTA all’attuale produzione a carbone!
Per di più gli impianti per la produzione di preridotto (DRI) saranno due perché uno produrrà DRI per le aziende siderurgiche del Nord, lasciando a Taranto anche l’inquinamento che deriverà da questo nuovo impianto.
Chissà se non è anche per questo che l’Italia ha rinunciato a farsi finanziare questo progetto dai fondi europei del PNRR, destinati unicamente alla riconversione degli impianti inquinanti.
Occorre conoscere le cose per come stanno per evitare i molteplici tentativi di raggiro da parte delle istituzioni. La verità dei fatti è elemento di consapevolezza imprescindibile per le nostre battaglie di giustizia.
In foto un esempio di forno ad arco elettrico