Concessa all’Arsenale una nuova autorizzazione per scaricare acque reflue in Mar piccolo
Il 18 gennaio la Provincia di Taranto ha concesso, con alcune prescrizioni da parte di ARPA Puglia, una nuova autorizzazione quadriennale all’Arsenale marittimo di Taranto per lo scarico in Mar piccolo delle acque reflue industriali derivanti dalle operazioni di messa in sicurezza d’emergenza (MISE) delle acque di falda dell’ex Area Industrie Private. Lo apprendiamo dal Corriere di Taranto che ricorda come il tratto di acqua antistante all’Arsenale sia il più inquinato del Mar piccolo, con presenza di materiali come PCB, mercurio e Idrocarburi Policiclici Aromatici.
L’acqua di falda proviene da sette pozzi interni all’area della Marina e subiscono un trattamento di filtrazione prima di essere riversate in mare. Impossibile non pensare alle dichiarazioni rese dall’ispettore del lavoro Fernando Severini durante il processo Ambiente Svenduto, nel quale relazionò sulle precarie condizioni ambientali dell’area, poi posta sotto sequestro, con sversamenti in terra e mare di diversi tipi di sostanze nocive. A seguito della denuncia i carabinieri del NOE accertarono la presenza in mare di svariato materiale, fra cui anche trasformatori dielettrici aperti. L’indagine fu inspiegabilmente bloccata nel 2006, così come l’azione dello stesso Severini, il quale depositò tutto in Procura fino al 2007.
Una vicenda che portò alla luce l’inquinamento prodotto sul nostro territorio anche dalla matrice militare e sulla quale è bene mantenere l’attenzione, in attesa e nella speranza che la giustizia possa fare il suo corso anche su quest’altra annosa vicenda e che la politica riprenda in mano le quanto mai necessarie bonifiche del Mar piccolo.