Legamjonici trasmette la sentenza del TAR al Consiglio dei Ministri d’Europa
Legamjonici contro l’inquinamento, una delle associazioni ambientaliste di Taranto, ha trasmesso al comitato dei ministri del Consiglio d’Europa la sentenza dello scorso 13 febbraio del Tar di Lecce che ordina ad ArcelorMittal di spegnere gli impianti inquinanti entro 60 giorni dalla pubblicazione della stessa sentenza. Legamjonici ha compiuto questo passo verso il Consiglio d’Europa perché con sentenza del 24 gennaio 2019, la Corte Europea dei Diritti Umani ha condannato lo Stato Italiano in merito al caso Ilva. La Corte Europea, in sostanza, ha riconosciuto la violazione degli articoli 8 e 13 della Convenzione Europea nel territorio tarantino e in danno dei suoi abitanti. In seguito a ciò, spiega Legamjonici, il 18 gennaio scorso l’Italia ha presentato al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa “un piano d’azione nel quale ha specificato che immunità penale e amministrativa sono state cancellate”, il cosiddetto scudo penale che con una legge era stato concesso prima a Ilva e poi ad ArcelorMittal, e inoltre “che l’art.13 della Convenzione europea sul ricorso effettivo è da considerarsi soddisfatto e che avrebbe provveduto a inviare nuove informazioni in merito al miglioramento della situazione ambientale e sanitaria a Taranto”. Invece, sostiene Legamjonici, la sentenza del Tar del 13 febbraio dimostra che “l’attuale situazione ambientale e sanitaria a Taranto continua ad essere drammatica” e “in merito alla violazione dell’art. 13, sono state fornite le motivazioni secondo le quali l’Italia continua a non rispettare la sentenza”. Legamjonici ha scritto al comitato dei ministri del Consiglio d’Europa attraverso la propria referente, Daniela Spera, e gli avvocati Sandro Maggio e Leonardo La Porta, rappresentanti dei ricorrenti (ricorso n. 54414/13) nella causa “Cordella e altri c. Italia’’. Con la sentenza emessa nei giorni scorsi, il Tar di Lecce ha confermato un’ordinanza del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, di febbraio 2020, che imponeva sia a Ilva in amministrazione straordinaria (proprietaria degli impianti) che ad ArcelorMittal (gestore in fitto degli stessi) di individuare in 30 giorni le cause degli impianti inquinanti e di spegnerli nei successivi 30 giorni in difetto di adempimento. Il Tar ha respinto le impugnazioni di Ilva in Amministrazione Straordinaria e di ArcelorMittal. Quest’ultima, a sua volta, ha poi impugnato in appello al Consiglio di Stato la sentenza Tar chiedendone la sospensiva. Il Consiglio di Stato si pronuncerà nell’udienza dell’11 marzo. Nel frattempo, il sindaco di Taranto ha chiesto ad Ilva ed ArcelorMittal di dettagliare tempi e modi del cronoprogramma di spegnimento. (fonte AGI)