Il fronte Ilva si ribella alla Magistratura
In Italia si parla di Ilva solo quando le cose si mettono male per la fabbrica. Quando, invece, la fabbrica produce e uccide a pieno regime, al resto dell’Italia non importa assolutamente nulla. E’ così che ci ritroviamo a dover subire, anche a questo giro, le ignobili sollevazioni del mondo del capitale e, ahinoi, anche di quello sindacale, da tempo tristemente allineato alle posizioni di Confindustria. Ora che il TAR ha intimato la chiusura degli impianti inquinanti, la politica a livello nazionale, Federacciai, Confindustria, forze politiche e perfino i sindacati confederali, si sono immediatamente schierati con l’industria e, come sempre, contro la Magistratura, potere sancito come indipendente dalla nostra Costituzione. Tutti ciechi rispetto alle evidenze che parlano di un problema irrisolto, e irrisolvibile e rispetto ai miliardi pubblici che si continuano a sperperare per salvare la fabbrica, quando ne basterebbero assai meno per risanare e riconvertire il territorio e la sua economia: obiettivi per cui non smetteremo di batterci, senza alcun timore riguardo a chi agita lo spettro della chiusura come la peggior catastrofe per Taranto. La Ruhr insegna che è possibile scrivere straordinarie pagine di cambiamento.
E’ solo questione di volontà politica.
Lo dimostra anche questo video tratto dal Tg5 con le dichiarazioni del Ministro Speranza in merito al Covid… frase che per Taranto non esiste…