Ambiente

La Regione forza sul dissalatore ignorando i pareri contrari

La Giunta regionale ha rilasciato nei giorni scorsi l’ok paesaggistico per la realizzazione del dissalatore sul fiume Tara. Lo ha fatto contravvenendo al Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR) che riconosceva nel fiume tarantino una risorsa da tutelare. Si tratta dell’ennesima forzatura dopo i pareri contrari di Arpa Puglia, Soprintendenza speciale per il PNRR e Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo di Taranto.

E’ una decisione molto grave che, per un’altra volta ancora, sottomette gli interessi della nostra comunità a interessi superiori, affrontabili con altre soluzioni.

Il problema siccità è indubbiamente presente e disconoscerlo non sarebbe intellettualmente onesto. Ciò che però va detto con forza è che questo è causato dalle scelte degli umani e la costruzione di questo dissalatore, con una turbina a gas di per sé stessa fonte di quella stessa CO2 che è causa del problema, va esattamente nella direzione sbagliata. AQP avrebbe offerto rassicurazioni circa la possibilità di approvvigionare energeticamente l’impianto con le rinnovabili, ma la cosa sarebbe tutta da verificare.

Restiamo convinti che ci siano rimedi assai meno impattanti e addirittura più efficaci, a partire dal rendere obbligatorio per il siderurgico (che tuttavia continuiamo a ritenere vada chiuso) il prelievo delle acque reflue dai due depuratori cittadini, anziché l’emungimento di acqua potabile dal Sinni/Tara, oltre che dal Mar piccolo; la riparazione delle condotte che causano più del 40% di perdite sulla rete; la conclusione dei lavori per la canalizzazione delle acque dell’invaso Pappadai, in agro di Monteparano, in grado di fornire oltre venti milioni di metri cubi di acqua all’intero Salento.

Basta considerare Taranto terra sacrificabile, sotto ogni forma!