Ambiente

Scadono oggi le offerte vincolanti per l’acquisizione dell’ex-Ilva, cosa accade adesso?

Il termine ultimo per formulare offerte vincolanti per l’acquisto dei rami d’azienda degli impianti ex-Ilva è fissato per questa notte alle 24. Solo tre aziende sarebbero in corsa per rilevare gli impianti per intero: l’indiana Vulcan Steel, l’azera Baku Steel Company e la canadese/americana Stelco/Cleveland Cliffs. Le altre hanno manifestato interesse solo per alcune parti di essi. I dati attualmente certi sono che il Governo non farà più parte della compagine societaria e che l’azienda non sarà più italiana, a confermare che la ‘strategicità nazionale’ non era che l’ennesimo stratagemma legale per agevolare la fabbrica.

La scadenza originaria era stata posticipata di quasi un mese e mezzo per lo scarso interesse suscitato da una fabbrica tenuta da anni in coma farmacologico (laddove i farmaci sono, per l’appunto, le leggi che la tengono viva e sul mercato con i più svariati artifici legislativi e contabili).

Oggi in realtà non accadrà nulla, così come nei prossimi giorni in cui i commissari dovranno valutare le offerte. In questa prima fase si saprà cosa i candidati intenderanno fare della fabbrica, fra offerta economica (si partirebbe da una base di un miliardo e mezzo di euro), investimenti nella decarbonizzazione, il piano industriale e l’occupazione (da notare che il bando, a riguardo, parla di anni di mantenimento dei posti di lavoro). Ne seguirà una seconda in cui sarà possibile formulare rilanci riguardo agli ambiti prima menzionati e una terza di negoziazione con i soggetti ritenuti più idonei.

Intanto, sullo sfondo, continuano a esserci inquinamento, cassa integrazione, incertezze occupazionali ed economiche e un mare di soldi pubblici sperperati. Come si possa ancora pensare che salvare questa fabbrica possa risolvere i problemi del territorio e nazionali, davvero non lo sappiamo.