Ambiente

“Acciaio swing”: una melodia stonata per Taranto

Ieri sera, all’𝐄𝐠𝐨 𝐏𝐢𝐳𝐳𝐚 𝐅𝐞𝐬𝐭𝐢𝐯𝐚𝐥 𝐝𝐢 𝐓𝐚𝐫𝐚𝐧𝐭𝐨, è andata in scena una performance dal nome che suona come una beffa: “𝐀𝐂𝐂𝐈𝐀𝐈𝐎 𝐒𝐖𝐈𝐍𝐆”. Un nome che suona come una carezza alla narrazione tossica che cerca di normalizzare decenni di devastazione ambientale e sanitaria, quasi a voler trasformare in intrattenimento ciò che per Taranto è una condanna.

“Acciaio Swing” è il nome della formazione musicale che si è esibita con 𝘼𝙣𝙜𝙚𝙡𝙤 𝙈𝙚𝙡𝙡𝙤𝙣𝙚, giornalista tarantino e sostenitore dell’industria siderurgica, oggi Direttore Intrattenimento Day Time della RAI. Un dettaglio che non può passare inosservato.

Mentre si avvicina la vendita dell’ex Ilva agli azeri di Baku Steel, si tenta forse di rendere più accettabile la permanenza dell’acciaio con operazioni di marketing culturale? Le parole pesano. In una città che ha pagato con la salute e con la vita dei suoi cittadini il prezzo della siderurgia, “Acciaio Swing” suona come uno schiaffo. Un insulto a chi ha perso un familiare, a chi combatte una malattia, a chi da anni chiede una vera riconversione. Dopo anni di retorica, di propaganda e di documentari addomesticati, ora arrivano anche i messaggi subliminali all’interno di eventi che hanno il supporto delle Istituzioni e che richiamano la “leggerezza” dell’acciaio.

L’acciaio a Taranto non è leggerezza, non è musica, non è folklore. È un macigno sulle nostre vite. E la cultura non può essere usata per mascherare una tragedia.

Taranto merita rispetto, giustizia e un futuro senza inganni.