Bocciata anche la valutazione di impatto sanitario a 6 mln di tonnellate per Acciaierie d’Italia
L’ennesima conferma dell’inadeguatezza delle valutazioni ambientali e sanitarie sull’Ex Ilva di Taranto giunge dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che ha bocciato la Valutazione di Impatto Sanitario (VIS) presentata dai commissari di Acciaierie d’Italia. Secondo l’ISS, la VIS risulta carente e sottostimata, non fornendo un quadro realistico dei rischi per la salute della popolazione tarantina. La VIS, calcolata su una produzione di 6 milioni di tonnellate di acciaio all’anno, è stata elaborata dai tecnici per conto dei commissari Fiori, Quaranta e Tabarelli, e presentata nell’ambito del procedimento di rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), scaduta ad agosto 2023. Tuttavia, l’ISS ha individuato numerose incongruenze rispetto agli standard definiti nelle proprie Linee Guida.
Uno degli aspetti più gravi evidenziati riguarda l’esclusione della centrale elettrica dello stabilimento dalle valutazioni complessive di impatto ambientale. Questa centrale utilizza gas siderurgici e metano, e la sua esclusione comporta una sottostima dell’impatto sulla qualità dell’aria ed essendo strettamente connesse, ignorarne gli effetti significa non avere un quadro completo dell’inquinamento prodotto.
Un altro aspetto critico riguarda la valutazione dell’accettabilità del rischio cancerogeno e le lacune nella valutazione dell’esposizione per via orale: le linee guida dell’ISS non definiscono limiti di accettabilità, eppure la VIS sembra trattare il rischio in maniera semplificata e riduttiva non considerando neanche tutti gli inquinanti, l’esposizione prolungata e la contaminazione della catena alimentare.
Come associazione, denunciamo con forza l’ennesima dimostrazione di superficialità e negligenza nella valutazione dell’impatto sanitario dell’Ex Ilva. I cittadini di Taranto vivono da anni in una condizione di grave emergenza ambientale, con tassi di malattie respiratorie e oncologiche superiori alla media nazionale. È inaccettabile che, ancora oggi, le valutazioni ufficiali continuino a minimizzare il problema, mettendo a rischio la vita di migliaia di persone.