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ARPA Puglia retta da un CdA, l’attentato della Regione alla terzietà dell’Agenzia per l’Ambiente

Le recenti decisioni della Regione Puglia rappresentano un serio campanello d’allarme per chiunque abbia a cuore la tutela dell’ambiente e della salute pubblica. L’approvazione di una riforma che introduce nuove poltrone dirigenziali all’interno di ARPA Puglia e delle società partecipate regionali pone interrogativi inquietanti: l’autonomia delle istituzioni tecnico-scientifiche è davvero garantita?

ARPA Puglia, nata per essere un organo indipendente incaricato di monitorare e proteggere l’ambiente, rischia di trasformarsi in un’estensione del potere politico. Ci chiediamo: cosa significa, in concreto, affidare la nomina dei suoi vertici alla politica?

Quale fiducia possiamo riporre in un’istituzione che potrebbe essere condizionata nelle sue scelte e nei suoi giudizi?

Perché la politica pugliese sceglie di percorrere la strada opposta, accentrando il controllo su organismi che dovrebbero essere guidati esclusivamente da competenze tecniche e scientifiche?

Ci chiediamo: cosa accadrebbe, ad esempio, se #ARPA – che ha già espresso parere contrario su progetti come il dissalatore – fosse domani guidata da un Consiglio di Amministrazione nominato dalla Regione?

Come si rifletterebbe questo cambiamento sulle decisioni e sui pareri tecnici, fondamentali per la tutela dell’ambiente e della salute delle persone?

Come associazione, denunciamo con forza questa deriva politica che mette in pericolo l’indipendenza delle istituzioni create per operare in difesa del bene comune. È accettabile che il diritto alla salute e a un ambiente sano venga subordinato a logiche di potere?

Chiediamo l’immediata revisione di questa riforma regionale e l’adozione di standard nazionali che garantiscano nomine basate su merito e competenza tecnica, anziché su criteri politici. Non possiamo restare in silenzio di fronte a un attacco così grave ai principi di autonomia e trasparenza. Se non ora, quando? Se non noi, chi?