Ambiente

Corte di Giustizia europea: se la fabbrica minaccia la salute va sospesa!

La Corte di Giustizia europea si è finalmente espressa: la sentenza, arrivata questa mattina, riguarda l’azione inibitoria collettiva promossa dall’associazione Genitori tarantini, da alcuni cittadini e un bambino di Taranto contro l’ex Ilva.

La Corte ha stabilito che se la produzione industriale minaccia la salute umana, l’attività deve essere sospesa!

La decisione sottolinea che la nozione di “inquinamento” include sia i danni ambientali che quelli alla salute umana. Inoltre, il Governo italiano non può ignorare i danni sanitari nel rilascio e nel rinnovo delle autorizzazioni ambientali, né può ritardare l’applicazione delle direttive europee del 2010.

I ricorrenti hanno richiesto la cessazione delle attività inquinanti dell’ex Ilva e la riduzione delle emissioni di gas serra. Il Tribunale delle imprese di Milano dovrà ora prendere una decisione finale basata sulla pronuncia della Corte di Giustizia. La sentenza critica il governo e l’Ilva per aver fissato solo valori limite prevedibili, senza considerare tutte le emissioni generate.

L’avvocato generale della Corte Ue ha affermato che gli impianti industriali non possono essere autorizzati se causano danni eccessivi alla salute e che le misure di riduzione dell’impatto ambientale non possono essere rinviate. La Commissione Ue ha dichiarato l’autorizzazione ambientale dell’Ilva illegittima per non aver considerato tutte le emissioni nocive.

Sentenza storica che pone finalmente al primo posto il diritto alla salute rispetto a quello della produzione industriale!

Come Giustizia per Taranto speriamo che, a differenza delle altre occasioni in cui i tribunali hanno dato ragione ai cittadini ma senza risultati concreti, questa volta lo Stato italiano prenda sul serio la questione, ponendo fine all’esistenza della fabbrica di morte.