Santa Cecilia al fianco dei lavoratori dell’ex-Ilva
Stamattina abbiamo aperto le porte del Natale tarantino, il più lungo d’Italia, ai lavoratori della fabbrica. Sulle note della pastorale, abbiamo offerto pettole all’ingresso del primo turno e all’uscita dell’ultimo. Il clima che abbiamo trovato è di spaesamento e scoramento riguardo a una situazione che ha nella precarietà e nell’incertezza del futuro le sue note preponderanti. La fabbrica continua a essere un luogo a rischio di incidente rilevante e senza prospettive, con il Governo preoccupato unicamente dall’idea di un aumento della produzione in assoluto conflitto con l’ambiente e la salute della popolazione.
L’occasione è stata utile per continuare l’interlocuzione che portiamo avanti da tempo con i lavoratori, ai quali abbiamo consegnato un volantino che prospetta la riconversione economica del territorio sull’esempio della Ruhr, in Germania. Lì la crisi della siderurgia e i problemi ambientali che causava, hanno indotto a un radicale cambio dei destini della regione attraverso un percorso partecipato da tutte le componenti della comunità, che ha portato a realizzare risanamento e nuova e sana occupazione.
Abbiamo ascoltato le loro preoccupazioni e condiviso speranze e visioni nuove, da pretendere insieme.
Unire le forze con chi subisce per primo le conseguenza di scelte politiche scellerate continua a essere per noi fondamentale per disegnare un futuro diverso e migliore.