“Guns – contro le armi”: il libro di Stephen King per la causa di Scampìa
Da qualche libro a questa parte, ho deciso di scrivere le recensioni di pari passo alla mia lettura. Questo comporta il rischio dei tempi dilatati di pubblicazione, ma acquisisce in efficacia e sensazioni buttate giù a caldo (bellissimo misurare il tempo in libri). Consigliare questa lettura lo ritengo importante, per diversi motivi. Parto dalla casa editrice, “Marotta & Cafiero”, una casa editrice indipendente, pizzo free, “made in Scampia”.
Ascoltando molti podcast di libri, mi sono imbattuta in questa esperienza meravigliosa, in questi “spacciatori di libri” che hanno anche una libreria“, “La scugnizzeria”. La casa editrice è dedicata ad Antonio Landieri, vittima innocente di camorra, un ragazzo di 25 anni ucciso per errore a Scampia durante una faida tra clan. Questo ragazzo era il cugino di Rosario, il promotore di questa bella rivoluzione. Il dolore poteva confluire, come spesso accade, verso le vie più facili, del rancore e della violenza ed invece ha dato luce a delle alternative. Ha aperto mondi e possibilità per i ragazzi di quel quartiere che associamo facilmente a gomorra, gli ha fatto immaginare una vita differente, gli ha messo a disposizione una libreria, senza dover fare i km per raggiungere il centro.
La scugnizzeria è anche uno spazio teatrale, un laboratorio di riparazione di libri ed è molte altre cose. Un contenitore culturale che si muove su vari fronti ed è un presidio importante in una realtà come Scampia.
Veniamo al libro. Come mai, uno degli scrittori più tradotti e letti al mondo, decide di diffondere questo libro in Italia tramite una piccola casa editrice? Semplice, ha sposato la causa e, considerando la tematica, simbolicamente acquista un valore poetico. E’ stato scritto subito dopo la strage alla Sandy Hook Elementary School, in cui morirono 20 bambini. È diviso in vari capitoli, dove King provoca, spiega, prova a proporre soluzioni per un grande problema degli USA, quello di un utilizzo smodato delle armi. Dipinge una società molto ipocrita e contraddittoria che da un lato soffre/gode di fronte a notizie di sparatorie, incollati ad uno schermo mentre ci fanno un resoconto delle vittime con parenti disperati, e dall’altra dorme con una pistola sotto il cuscino. In questo libro spiega anche l’assunzione di responsabilità che l’ha spinto, con molto dispiacere, a ritirare dal mercato il suo racconto “Ossessione”. Molte stragi compiute e non in America, hanno visto ragazzini ispirarsi ad esso. King non si sente colpevole, e non lo è, in quanto il disagio manifestato da questi adolescenti in questione non nasce dal suo libro. Lui ha avvertito la necessità di ritirarlo in quanto poteva essere un acceleratore, la “responsabilità” non è sinonimo di “colpevolezza”. Questo è quello che dovrebbero sentire i vari attori della scena pubblica, dai politici, all’NRA (National Rifle Association).
In perfetto stile “Kingiano”, emerge il tema delle paure profonde e come la non gestione di esse possa portare a conseguenze disastrose. Il terrore che ti fa dormire con una semiautomatica sotto il cuscino, con la convinzione di poter proteggere noi stessi e i nostri familiari; per poi scoprire che una percentuale considerevole di sparatorie vengono commesse per errore verso i nostri stessi conviventi. Avventuratevi in questo piccolo libricino, perché ne vale la pena e perché la scelta di pubblicare con Marotta&Cafiero, conferisce a King tutta quella grande umanità che a mio avviso lo contraddistingue. Sull’insegna della Scugnizzeria c’è scritto: “SOGNARE IL SOGNO IMPOSSIBILE”, in riferimento ad una poesia speciale per loro:
Sognare il sogno impossibile
combattere il nemico invincibile
sopportare il dolore insopportabile
correre dove l’audace non osa andare.
Correggere l’errore irreparabile
amare al di là di tutto
sforzandosi quando le braccia sono troppo stanche
raggiungere la stella irraggiungibile.
Questa è il mio scopo.
Combattere per il giusto senza domande né soste.
Io so che se sarò fedele a questo scopo
il mio cuore sarà tranquillo e quando non ci sarò più
io sarò felice se grazie a me il mondo sarà un pò migliore
perché un altro uomo indegno e ferito
si sforzerà ancora, con la sua ultima oncia di coraggio,
di raggiungere la stella irraggiungibile.
Buona Crisi
Alessandra Convertino