Bonifiche a rischio: ora servono i fatti!
Un vergognoso intervento del Governo ha predisposto, nel “milleproroghe”, lo spostamento dei 575 milioni (soldi sequestrati alla famiglia Riva) destinati alle bonifiche dell’ex Ilva, alle casse di Acciaierie d’Italia. Un’operazione così assurda e paradossale, che ha involontariamente favorito lo sbocciare di numerose dichiarazioni di tutte le forze politiche, insolitamente allineate nel contrastare l’ennesimo scippo al nostro territorio in favore della produzione industriale. Insomma, quello che potremmo definire l’ennesimo decreto salva Ilva non s’ha da fare, nonostante le manovre nascoste tra un albero di natale ed un panettone, da parte di qualche manina misteriosa del Governo. Chiaramente, anche le associazioni di Taranto si sono mobilitate, senza perdere tempo e senza lasciare andare momenti preziosi di una causa collettiva difficile, ma assolutamente necessaria. In tutto questo, il Ministro della transizione ecologica, come d’altronde quello della Salute, continuano colpevolmente ad arrancare, mentre gli uffici di palazzo Chigi iniziano a vociferare che questo decreto non passerà neppure il vaglio dell’UE. Come Giustizia per Taranto chiediamo la giusta destinazione di quei fondi, dedicati alla bonifica e al risanamento, seppur parziale, del nostro territorio ferito.
È l’occasione per ripristinare equilibri e responsabilità, relazioni e attività. Naturalmente vigileremo affinché le dichiarazioni dei rappresentanti politici ed istituzionali, raccolte in questi giorni, diventino fatti, trasformandosi in provvedimenti, azioni e/o emendamenti in grado di modificare il decreto “milleproroghe” durante l’iter parlamentare di conversione in legge.