Vandalizzata la “Credenza della solidarietà”, ma il progetto va avanti
Nei giorni scorsi vi abbiamo raccontato di un esperimento sociale che si sta svolgendo in Piazza Marconi. Abbiamo collocato, al centro della piazza, una credenza sempre aperta, disponibile sia per chi volesse donare alimenti, sia per chi ne avesse bisogno. La Credenza della solidarietà non piace a tutti, lo avevamo previsto. Ma piace a molte, moltissime persone del quartiere. Ieri è stata vandalizzata con un atto che ha tutte le sembianze di essere mirato, evidente segno di fastidio per qualcuno.
Ma lo diciamo subito: il progetto solidale sta andando benissimo e proseguirà. La distribuzione di alimenti sta andando avanti anche con la consegna a domicilio presso le famiglie indigenti, tramite l’encomiabile lavoro della Protezione Civile gruppo E.R.A. .A subire una battuta d’arresto è la forma, ma non la sostanza! Sapevamo fin dall’inizio che non sarebbe stato facile, ma sarebbe ancora più criminale generalizzare l’approccio all’iniziativa che, di fatto, è stata adottata da tantissime persone che attraversano la piazza. D’altra parte si tratta di un esperimento sociale ed un progetto di crescita culturale che non potevamo che concepire là dove emarginazione e disagio la fanno da padrone. Il concetto di periferia è evidentemente un problema che va oltre agli aspetti urbanistici. Noi queste dinamiche non le rifuggiamo, al contrario riteniamo necessario attraversarle e comprenderle, prima ancora di risolverle. Ripartiremo dalla forza che ci viene data dalle tantissime persone che ci stanno manifestando solidarietà e dalle altrettante che si sono già messe a disposizione per ripartire. La raccolta dei beni di prima necessità continua nella nostra sede, in piazza Marconi 1, ogni mercoledì pomeriggio e sabato mattina e in forma straordinaria i giorni 28, 29 e 30 pomeriggio. La credenza rotta, è un po’ il simbolo della nostra città. Continueremo a riempirla e ad andare avanti, nonostante i bastoni fra le ruote, che sono però, a nostro modo di vedere, una piccolissima cosa rispetto al bello che c’è intorno. La nostra città va amata di più e per farlo occorre riempire i vuoti fra politica e marginalità, fra comunità e disagio. Per questo continueremo a lavorare in questa direzione.