ILVA: Sondaggio fra i dipendenti
Ai dipendenti del siderurgico di Taranto non piace Mittal e soprattutto non piace la fabbrica.
Non si fidano del loro padrone e, non solo pensano che la produzione non sia compatibile con la città, ma sono convinti (quasi la totalità) che Mittal non ha fatto nulla per migliorare la situazione e che nulla farà per migliorarla. Addirittura il 90% di loro vorrebbe annullare il contratto col colosso indiano: ma il dato più importante che emerge è che quasi l’80% di loro sarebbe disposto ad un accordo di programma sul modello di cio che è stato fatto a Genova, ai fini della chiusura dell’area a caldo
con la garanzia occupazionale di tutti i lavoratori.
Questo è quanto emerso da un questionario, anonimo, che l’Usb ha distribuito ai lavoratori dello stabilimento siderurgico tarantino nel corso di assemblee che si sono svolte nei giorni scorsi, cui hanno partecipato 1700 lavoratori, di cui meno di un quarto iscritti al predetto sindacato, con un numero di partecipanti al questionario pari a 1314.
È un dato molto importante, perchè ad esprimersi per un cambiamento, questa volta, non sono stati i “soliti” ambientalisti, o quelli che hanno “lo stipendio garantito”, e nemmeno coloro che hanno sofferto la perdita di figli, compagni o genitori per garantire la produzione.
Questa volta, infatti, sono coloro che in quella fabbrica ci lavorano a dire “basta” e ad essere pronti ad affrontare una svolta difficile, forse dolorosa nella prima fase, ma l’unica che può cambiare il loro futuro, quello dei loro figli e della città. L’unica alternativa al partire o morire di fame e di malattie.
Naturalmente, li aspettiamo per lavorare insieme ad un futuro diverso.