La minaccia di Mittal
L’impressione è che la minaccia di lasciare faccia parte delle armi in mano a Mittal per la trattativa.
Il governo sembra oggi la parte debole in assenza di una exit strategy programmata per tempo, a causa di una poco lungimirante visione della politica finalizzata a garantire la continuità produttiva a tutti i costi. In questo contesto si inserisce anche l’ordine del giorno approvato in Parlamento il 31 ottobre che impegna il governo a mettere in campo ogni azione utile a scongiurare la chiusura dello stabilimento. Il timore è quindi una trattativa al ribasso in cui Mittal, per accettare di rimanere alla guida dello stabilimento, otterrà ulteriori tagli del personale e deroghe sugli investimenti ambientali. Un disastro di cui, nostro malgrado, siamo stati profeti.
Mai come in questo momento è invece necessario, per garantire i livelli occupazionali, un piano industriale che garantisca chiusura delle fonti inquinanti e riconversione ecologica della nostra economia.
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