Dibattito I maggio 2018: Piano Taranto, un percorso di riconversione partecipato
Il tradizionale dibattito dellamattina del I maggio quest’anno è stato incentrato sul cosiddetto “Piano Taranto”, un documento contenente le linee guida per la riconversione economica e sociale del territorio in ottica di chiusura delle fonti inquinanti che attualmente vi insistono. Un lavoro che è la naturale prosecuzione di quelli prodotti in precedenza dalla città e che è partito a novembre scorso nell’ambito di assemblee pubbliche alle quali hanno preso parte diverse realtà associative e di movimento, il sindacato FLM Uniti CUB e singole persone. Si è partiti dall’analisi degli enormi costi, diretti ed indiretti, causati dal salvataggio dell’Ilva, fino all’analisi di quelli che invece occorrerebbero per risanare il territorio, puntando su bonifiche ed economie sostenibili, con un ritorno in termini occupazionali di straordinaria portata. Inoltre la necessità di dare impulso alle economie locali ed al porto quali fattori di rinascita. Sulla base di ciò si sono individuate chiaramente le responsabilità che ogni livello istituzionale ha nel cogliere tali opportunità. Fra queste quelle del futuro Governo riguardo ai decreti salva-Ilva – fra l’altro tutt’ora oggetto di ricorsi da parte di Regione, Comune e associazioni – e la disgraziata ipotesi di costituire una società pubblica sulla quale scaricare il peso del suo fallimento.
All’evento sono state invitate tutte le istituzioni, le associazioni di categoria, la società civile, le realtà in lotta provenienti dall’intero territorio italiano e la cittadinanza tutta. A partire da questi temi ci si è confrontati per oltre due ore in termini estremamente costruttivi, pur in presenza di opinioni divergenti. Sono intervenuti, fra gli altri, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, il segretario nazionale dell’FLMU CUB, Antonio Ferrari, la dott.ssa Barca dell’università di Coimbra, il lavoratore Ilva, Mirko Maiorino (di grande intensità emotiva il suo intervento), i parlamentari del movimento 5Stelle Vianello, Turco e Cassese, l’europarlamentare Rosa D’amato (che a sua volta ha posto all’attenzione dei presenti un Piano di riconversione improntato sulla Terza rivoluzione industriale), il pres. di Confcommercio Taranto, Giangrande, i consiglieri comunali Nevoli e Battista, Michele Conte di Federmanager, i presidenti di Isde Medici per l’ambiente di Taranto e Massafra, Serra e Monaco,i rappresentanti dell’Arci provinciale e di Taranto Lider, il coordinamento nazionale No Triv, i movimenti no TAV, No TAP e delle lotte di Casale Monferrato, Brescia e Salerno, lo scrittore Cosimo Argentina. A moderare il dibattito il giornalista del Corriere di Taranto, Gianmario Leone, di fronte ad un’assemblea quanto mai eterogenea e partecipata. Di estremo interesse i temi sollevati, tutti con il comune filo conduttore delle vertenze riguardanti la giustizia ambientale e sociale che non trovano ascolto a livello nazionale. Il presidente della Regione ci ha messo la faccia fino al punto di non escludere le ipotesi di chiusura e riconversione e l’occasione si è rivelata troppo proficua per non essere colta dai presenti, che lo hanno incalzato sulle problematiche oggetto della transizione e riconversione proposte dal Piano:porto, sanità, formazione, legge speciale per Taranto, partecipazione, legge regionale sull’endometriosi, sviluppo delle reali vocazioni del territorio quali l’agroalimentare e la logistica, il piano dei rifiuti. La pertinenza di quanto sollevato e la preparazione degli intervenuti hanno prodotto l’impegno assunto pubblicamente da Emiliano di rendere disponibili le strutture regionali per discutere di ciascuna in modo approfondito già prossimamente. Un confronto aperto e costruttivo, improntato al dialogo critico e di merito al quale si darà seguito coinvolgendo tutte le realtà territoriali impegnate nella lotta all’inquinamento ambientale, poiché queste non hanno primogeniture, ma il comune interesse a scrivere per Taranto una storia radicalmente diversa da quella che ha determinato i suoi drammi, capace piuttosto di generare occupazione e benessere diffuso. Un dibattito che è stato dunque un ulteriore tassello di un percorso condiviso che dovrà proseguire. Lo farà, come detto dai promotori dell’incontro di ieri, con una serie di incontri con istituzioni(previsto quello col Comune), parti sociali e città, al fine di spiegare le ragioni del cambiamento, e che sfocerà nell’organizzazione di una grande mobilitazione nazionale che partirà da Taranto in autunno, coinvolgendo tutte le realtà vessate del Paese. Il Piano tuttavia non è da considerare un lavoro chiuso, o una ricetta semplicemente da sottoscrivere, ma un contributo a disposizione di tutte e tutti, per arricchirlo ulteriormente e farne uno strumento di consapevolezza e pressione ancor più forte.
Per i tuoi approfondimenti
Gli scatti della giornata
– “Piano Taranto” versione smart
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- “Piano Taranto” versione integrale
Piano Taranto by on Scribd
– L’evento facebook del dibattito https://www.facebook.com/events/627571400968526/